La Federazione che avevo in mente
Le mie idee per la gestione e lo sviluppo delle attività associative
Proposte da Emanuele Orsini, AD di Sistem Costruzioni srl, alla candidatura alla presidenza di FederlegnoArredo nel Settembre 2016
L’obiettivo che propongo come percorso per i prossimi anni è costruire insieme le basi per aumentare la forza e la reputazione delle imprese italiane del Legno e dell’Arredo, in Italia e nel mondo, come sistema di aziende. A livello nazionale dobbiamo recuperare quote di mercato erose dalla recente lunga crisi. Abbiamo le possibilità per far sì che i mercati internazionali ci riconoscano la nostra conoscenza del legno, l’eccellenza nel design, nell’arredo, nella casa e in generale il saper fare nell’abitare. Le posizioni di mercato attuali non sono sufficienti per garantirci il futuro.
Il pensiero dominante, l’orizzonte che deve guidarci come imprenditori e come Federazione è quindi uno solo: l’internazionalizzazione su una forte base nazionale. Sintonizziamoci su una crescita geografica e per comparti ma da ottenere insieme, non da soli. Possiamo essere più forti se siamo sistema. In queste note desidero descrivere quali strumenti vorrei creare insieme per raggiungere l’obiettivo ’crescita di sistema’. I primi due strumenti per importanza sono la Federazione e le nostre Imprese. Desidero una Federazione diversa, che rimetta al centro le proprie aziende e gli imprenditori, una Federazione basata sulle competenze così come avviene nelle nostre aziende. Così potremo disporre di una nuova casa comune, luogo di incontro, di ascolto, di rappresentanza, di identità e vero contenitore dei nostri valori. Voglio una Federazione collegiale, basata sul sistema delle deleghe e che si articolerà in tre unità operative: Salone del Mobile, Made Expo ed Eventi, quest’ultima per tutti i servizi all’associato, con presidenti e direttori dedicati. Le tre unità saranno all’interno di FederlegnoArredo Eventi Spa. Il ruolo del presidente sarà quello di rappresentare le imprese e garantire efficacia ed efficienza di strumenti e servizi della Spa.
COME CREARE IMPRESE INNOVATIVE
La conoscenza. Fraunhofer-Gesellschaft, la più grande organizzazione di ricerca applicata in Europa, ha aperto nel 2009 a Bolzano la sua prima filiale in Italia. A Firenze sono iniziati i lavori per la nuova facoltà di architettura dell’Università Tongji di Shanghai. Due esempi per capire e reagire: dietro queste realtà ci sono governi e sistemi di Imprese. Abbiamo un patrimonio di conoscenze e competenze su materiali, tecnologie e macchine automatiche che va messo a sistema e a frutto per le nostre imprese, sia sul mercato nazionale sia sui mercati esteri. Non possiamo aspettare che altri si arricchiscano grazie al nostro indotto. Al fianco delle nostre Imprese dobbiamo insistere sulla formazione generalista ma anche specialistica: sono tramontati i tempi in cui si può fare impresa senza studiare e aggiornarsi.
I Poli. Il nostro obiettivo è poter disporre di più Poli Formativi del LegnoArredo, uno per ogni distretto importante del Legno e dell’Arredo: uno solo non basta. Quello di Lentate sul Seveso in Brianza dev’essere il modello: fungerà da base operativa, da sede principale per l’attivazione di tutti gli altri.
Abbiamo giovani che desiderano costruirsi un futuro e avere delle opportunità. Abbiamo fondi strutturali europei, abbiamo risorse interne per la formazione, abbiamo un patrimonio di conoscenze e di cultura unico, dagli strumenti musicali all’edilizia, dalle imbarcazioni alle cornici, dal mobile antico a quello moderno, compreso l’imballaggio, risorsa primaria della distribuzione nazionale e ambasciatore del nostro export in tutto il mondo, a partire dai prodotti di tutte le associazioni di FederlegnoArredo. Inoltre, io credo che la Federazione sia ampiamente autorevole per creare e sostenere eventi culturali sul design come sul bosco italiano: lo faremo attraverso la Fondazione Cosmit.
La tecnologia. Ogni azienda ha elaborato saperi, competenze, brevetti, ha sviluppato aree di ricerca, ma sono attività costose da gestire, innovare, aggiornare per la singola impresa media italiana: la strada della cooperazione è obbligata. Occorrono quindi intese in forme che vanno individuate insieme, che siano consorzi o collaborazioni di settore con Università, anche per frenare l’esodo di ricercatori giovani che troppo spesso prendono la strada dell’estero. Troviamo accordi con altri settori industriali, a partire da quelli delle nuove tecnologie. Dobbiamo far evolvere l’automazione di prodotto, a partire dalla progettazione, e l’automazione di fabbrica, dal processo produttivo alla logistica: questi devono essere punti fissi della nostra agenda, delle associazioni, delle singole aziende. Individuiamo campi d’interesse comune, lavoriamo con altre associazioni in orizzontale, per creare sinergie.
La ricerca. FederlegnoArredo dovrà collaborare e coordinare l’azione dei principali centri di R&D di settore esistenti, ma ho particolarmente a cuore i rapporti con le Università: la collaborazione con il Politecnico di Milano e con l’Università di Trento sono modelli da replicare a livello di Federazione e di singole associazioni. E le Università possono diventare punti di riferimento per un altro aspetto fondamentale per le nostre imprese: l’aggiornamento tecnologico e gestionale. Non possiamo poi ignorare la logistica, che ci aiuterà nella riduzione dei costi. È un punto critico per tutti: viviamo sempre più di esportazioni, senza contare l’importazione di materie prime e semilavorati.
I dati di mercato. Le aziende si costruiscono con gli uomini, le idee e i numeri. Come attuiamo il controllo di gestione ricorrendo ai numeri, così dobbiamo avere informazioni puntuali su che cosa avviene sui mercati nazionali ed esteri, comparto per comparto. L’informazione ha costi troppo elevati per una singola impresa: il nostro Centro Studi dev’essere punto di riferimento per ognuna delle filiere che compongono il sistema del Legno e dell’Arredo; dev’essere in grado di monitorare tutti i mercati: nazionale, europeo, internazionale. Abbiamo le risorse per farlo, ne abbiamo un bisogno vitale.
Le normative. L’Italia ha contribuito e contribuisce in generale all’elaborazione di norme tecniche a livello
nazionale (UNI), europeo (CEN) e internazionale (ISO), ma nello specifico la cultura della normazione è ancora troppo bassa nel nostro comparto: ricordiamoci che la complessità progressiva del commercio internazionale prevede la concentrazione in pochi centri decisionali e ciò richiederà sempre di più le norme armonizzate.
E rendiamoci conto che chi scrive le norme tecniche, si disegna i mercati su misura. A livello di FederlegnoArredo ci servono esperti di normazione, imprese che mettano al servizio di tutti le proprie conoscenze e competenze per arrivare a dettare per primi le regole. Ma non basta: perché le norme vengano concordate e approvate, oltre a rafforzare gli uffici tecnici dove operano esperti già molto preparati, occorre anche un’azione di relazioni istituzionali che sia concertata: la preparazione tecnica, il consenso interno e la condivisione con tutto il mondo esterno a FederlegnoArredo saranno vitali per far approvare leggi che siano di supporto alle imprese.
COME CREARE IMPRESE SOLIDE
Le persone. Saperle scegliere e valorizzarle in un gioco di squadra è la chiave del successo imprenditoriale. È un’ovvietà, certo, ma abbiamo sempre tempo e capacità per farlo? Lo abbiamo fatto tutti nella fase di crescita e sviluppo dell’Impresa, ma quando si tratta di espandersi e crescere all’estero? Credo che la Federazione debba aiutare con servizi di analisi, recruitment e formazione l’area strategica delle risorse umane: con l’occasione proporrei di abolire dal linguaggio ufficiale delle associazioni e degli imprenditori questo termine che accomuna le persone all’energia elettrica, alle macchine, ai semilavorati. Non sono risorse, sono persone con nome e cognome, ognuna con ambizioni, abilità e competenze. Credo che la Federazione possa aiutare a ‘leggerle’ tutte aiutando gli imprenditori nel percorso di scelta dei collaboratori più idonei ai propri progetti.
Le relazioni industriali. FederlegnoArredo ha storicamente goduto di buone relazioni con le OOSS, le organizzazioni sindacali, ed è mio intento proseguire su questa strada, tenendo però sempre ben presente quali siano le necessità delle aziende del comparto. Il contratto deve essere uno strumento da utilizzare, chiaro nei suoi contenuti, senza possibilità di interpretazioni e capace di dare certezze alle parti in causa, azienda e lavoratore. Importante è la contrattazione aziendale che deve, in via prioritaria, definire i premi di risultato ma anche poter, senza ‘svuotare’ il livello nazionale, allargare l’utilizzo di alcuni istituti necessari per l’organizzazione e la flessibilità del lavoro. Ma le relazioni non sono solo CCNL: le relazioni sono anche collaborazione nel campo della politica industriale. Voglio ricordare come l’obiettivo del Bonus Mobili ed altri siano stati raggiunti anche grazie al fatto di essere perseguiti da una compagine che vedeva raccolta entro di sé tutte le forze sociali che operano all’interno della filiera ed in particolare le OOSS.
La finanza. Se sarò eletto presidente, terrò la delega per quest’area di servizio alla Federazione. Per noi è vitale poter disporre di maggior accesso al credito e diversificare le fonti: di fronte a progetti innovativi o a situazioni di crisi, FederlegnoArredo deve poter dare risposte. Tutti noi abbiamo esperienza di difficoltà ricorrenti su più fronti, che si tratti di finanziare progetti, tecnologie, nuovi impianti o piani commerciali di sviluppo. Far parte di un sistema di quasi 3.000 aziende deve permetterci di costruire forme di sostegno più rapide, flessibili ed efficaci con gli attori del mercato del credito. Non basta: è necessario che acquisiamo una cultura finanziaria più approfondita sul controllo di gestione e sulla finanza d’impresa, perché è solo conoscendo limiti e opportunità che si può immaginare l’innovazione e lo sviluppo: credo che sia necessaria una maggior formazione a supporto degli imprenditori.
Il Salone del Mobile. E’ la vetrina di eccellenza che promuove le nostre Aziende sui mercati nazionali e internazionali; è un brand italiano riconosciuto a livello mondiale che dobbiamo salvaguardare e sostenere con tutte le nostre forze, e sul quale dobbiamo e vogliamo concentrare le nostre risorse: è un centro internazionale del design e dell’innovazione di prodotto e lo fa dall’Italia. È un marchio da rafforzare costantemente, che deve essere presidiato con presenze stabili gestite e governate di chi ha maturato abilità e comprovate esperienze nello sviluppo di mercati esteri e nella promozione, cioè i colleghi dell’Arredo.
Occorre continuare a promuovere i Saloni Worldwide Moscow e il Salone del Mobile.Milano Shanghai sui tre principali mercati: Cina, Nord America e Russia; anche se per quest’ultima i numeri suggeriscono prudenza, è un investimento in cui credo. In generale, il Salone del Mobile dovrà essere sempre più l’evidenza di un grande investimento cui è chiamato il mondo dell’Arredo: per investimento mi riferisco ad aumentare la capacità di analisi delle tendenze, a formulare nuove linee di design, a coinvolgere maggiormente associazioni importanti e internazionali come ADI, a diventare interlocutore privilegiato dei professionisti dell’architettura: così sarà possibile aggredire i nuovi mercati dell’Arredo.
Il progetto sul Salone dovrà avere come obiettivo l’aumento delle quote di mercato degli espositori verso i Paesi UE ed extra UE puntando allo sviluppo di qualità tecnica ed estetica: in altre parole innovazione e design, a ribadire quel prestigio già riconosciuto dal mondo intero alle nostre Imprese. Tutte le azioni di comunicazione, le pubbliche relazioni, le promozioni e gli eventi pubblicitari dovranno essere trasferiti in un unico piano organico con un obiettivo comune, senza dispersioni.
MADE Expo. Ha necessità di crescere e può farlo anche grazie ad intese con altre iniziative: non possiamo permetterci tensioni competitive inutili, anche perché internet sta già diventando vetrina virtuale efficace e pervasiva. L’evento fieristico deve ritrovare la sua capacità di creare quella forte componente emozionale, fisica, sensoriale che costituisce la più naturale ed efficace motivazione all’acquisto: vedere, toccare, sperimentare il prodotto. Di fronte al nuovo carattere biennale dell’evento, dobbiamo essere pronti a sostenere il comparto dell’Edilizia e le sue Aziende, anche in vista della grande opportunità che pochi intravvedono: il mercato domestico. Nel caso di MADE Expo, ritengo opportuno che la gestione della presidenza sia affidata ai colleghi dell’Edilizia in Legno.
La presenza internazionale e i mercati emergenti. In parallelo occorre continuare nelle azioni promozionali verso i mercati esteri: oltre a Cina, Russia e Nord America, le aree emergenti vanno raggiunte con missioni specifiche, Paese per Paese: penso a Iran, paesi della Confederazione Russa, Paesi Arabi, Nord e Sud Africa. Certo, occorrono risorse: mi spaventano i costi, non gli investimenti. I fondi dedicati allo sviluppo ci torneranno indietro moltiplicati, come è successo e succede ogni anno per il Salone del Mobile dal lontano 1961. Ma soprattutto credo che lasciare il governo dei Saloni ai colleghi dell’Arredo sia la giusta premessa per assicurare lo sviluppo internazionale che tutti, anche il mondo del Legno, auspichiamo.
Le radici nazionali e i mercati dormienti. Il Bonus Mobili ha ridato fiato al mercato domestico, e la nuova presidenza dovrà insistere in questa direzione perché le misure di sostegno si sono rivelate a costo zero e a vantaggio di tutti. Questo provvedimento deve diventare strutturale.
La committenza pubblica. Ma non perdiamo di vista una realtà ben più ampia. Partiamo dalla Pubblica Amministrazione e dai suoi requisiti ambientali minimi: Consip, la centrale pubblica di acquisto, è il nostro interlocutore privilegiato e in fatto di requisiti ambientali dobbiamo valorizzare il portato di sostenibilità dei nostri prodotti. Allargando l’orizzonte non possiamo non intravedere le necessità, e le opportunità, di ammodernamento e riqualificazione dell’edilizia pubblica e delle periferie dove sorge anche il grande patrimonio dell’edilizia pubblica. Oltre al degrado, la seconda priorità è lo spreco energetico negli edifici: dissipa più risorse di quante ne servano per realizzare l’efficienza.
Non solo edilizia. Sempre negli edifici pubblici, gli arredi interni sono un punto qualificante del servizio al cittadino: dall’ergonomia per gli arredi destinati agli studenti e agli impiegati, alla sicurezza degli uffici giudiziari piuttosto che degli ospedali, fino ai parchi giochi.
I boschi. A proposito di rapporti con la Pubblica Amministrazione, vorrei aprire un capitolo tanto ovvio quanto trascurato: demanio ed enti locali sono i più grandi proprietari di boschi e foreste in Italia. E sono i più grandi compratori dei prodotti di tutte le nostre associazioni: questa non può essere soltanto un’ovvia constatazione ma deve diventare il punto di partenza di un progetto tra la Federazione e la Pubblica Amministrazione: aiuteremo il Governo a ridare valore al bosco italiano, in continuità con le attività messe in campo da FederlegnoArredo negli ultimi anni.
Il nuovo abitare. Più ampio ancora è il grande mercato dell’edilizia residenziale, industriale e commerciale: l’Italia ha bisogno di qualità più che di volumi, di ripristini, manutenzioni e riqualificazioni dell’esistente; anche in questo settore è necessaria, come obiettivo di interesse collettivo, una maggiore efficienza energetica. Sulle nuove costruzioni, la politica deve privilegiare la sostenibilità del progetto: e quest’ultimo è uno dei temi sui quali dobbiamo far sentire il nostro peso nei rapporti con Confindustria; inoltre, la Confederazione dovrà essere sempre di più affiancata nelle attività e nei progetti che ruotano intorno al settore del mobile.
Le grandi risorse. Infine la nostra cassaforte nazionale, dove teniamo al buio la nostra principale risorsa: tutto il grande patrimonio legato all’ospitalità alberghiera, alla ristorazione, alla cultura, al tempo libero e allo sport, senza trascurare le residenze sanitarie assistenziali in crescita progressiva.
Il turismo è una prospettiva reale per il Paese ma ha bisogno di maggiore qualità nei prodotti, nei servizi e nelle ambientazioni. Un’alleanza con le associazioni di categoria, ma anche con i professionisti del progetto quali architetti e designer, è una priorità.
Vorrei che guardassimo all’Italia come ad un Paese che ha costruito molto, in alcuni casi troppo o male, e che per una serie di cause è come se avesse sospeso la manutenzione ordinaria e straordinaria, compreso l’aggiornamento tecnologico delle proprie strutture e infrastrutture. Abbiamo strumenti, tecnologie, prodotti e risorse per colmare questo divario: è questo il nostro grande mercato nazionale dormiente.
LA PRESENZA ISTITUZIONALE
Le relazioni istituzionali. FederlegnoArredo ha una propria struttura a livello sia nazionale sia europeo, come ben sapete, che segue da vicino i rapporti con tutte le istituzioni pubbliche e private, italiane e straniere. Quello che forse conosciamo meno è il valore di queste persone e del loro lavoro: ci tutelano, ci agevolano e ci difendono ma hanno bisogno di veder rafforzati ruolo e strumenti, devono poter portare avanti relazioni istituzionali e internazionali in modo più intenso ed efficace. Sono loro che portano all’esterno e rappresentano istanze interne, ma sono anche preziosi sensori che portano informazioni dall’esterno all’interno del nostro sistema industriale. Quando parlavo dell’importanza dell’ascolto continuativo e frequente mi riferivo anche al loro ruolo strategico. Sono fondamentali nel determinare il varo e l’applicazione di normative, norme tecniche, politiche energetiche e sui rifiuti, accesso a fondi strutturali comunitari. Dobbiamo sedere ai tavoli di programmazione industriale europea, dobbiamo essere attivi nelle presentazioni di progetti che possano aiutare e sostenere i nostri associati. Insieme al nostro staff che segue le relazioni istituzionali saremo presenti non solo a Roma e Bruxelles, ma in tutte quelle sedi mondiali dove si decidono i destini dei mercati, per generare nuove opportunità ai nostri associati: abbiamo bisogno anche di un Foreign Office istituzionale, di ambasciatori ufficiali dei nostri valori.
Aree strategiche. Ambiente, energia e lavoro sono tre aree strategiche per le nostre Imprese e per lo sviluppo del Paese; la Federazione ha il dovere di essere presente ai tavoli del Governo e nel rapporto con le parti sociali in modo stabile e permanente. Abbiamo un peso sociale e ambientale di tutto rispetto legato al numero e alla qualità professionale dei nostri collaboratori, al tipo di materie prime che utilizziamo e di beni durevoli che produciamo; tutta la filiera del Legno-Arredo deve contribuire costantemente con progetti e idee a piani nazionali, strategie e accordi: in questo senso vanno meglio indirizzate e gestite le risorse implementate.
LA STRUTTURA ASSOCIATIVA
Vi ho anticipato l’obiettivo, vi ho elencato priorità e strumenti per affrontare i problemi e risolverli. Ma chi e come realizzerà gli strumenti? Chi e come li userà? Chi e come si occuperà di verificare la realizzazione del progetto?
Questioni di metodo. Sarà una FederlegnoArredo diversa: unitaria, chiara negli obiettivi e nella gestione dei servizi; capace di ascoltare tutti e tutti i territori d’Italia, capace di interrogarsi sempre sul proprio lavoro. Avrà bisogno di partecipazione e consenso, di un apporto costante di contributi e posizioni da raccogliere frequentemente sia con incontri diretti sia anche grazie alla tecnologia digitale che ci permetterà di allargare la base delle idee, accorciare le distanze soprattutto verso gli imprenditori del Sud e recuperare il tempo a disposizione per la Federazione. Queste sono le premesse per rafforzare il nostro sistema; in parallelo occorre creare squadre di colleghi-imprenditori con deleghe precise dotate di obiettivi e risorse.
Partiremo dalle gestioni finanziarie ed economiche della nostra Spa e delle 3 unità operative: ogni gestione dovrà risultare specifica e dettagliata per competenze; e soprattutto leggibile da tutti in modo chiaro e semplice.
Le nostre 2 anime. All’inizio vi ho proposto l’obiettivo: l’internazionalizzazione su una forte base nazionale. Abbiamo una doppia anima come Federazione: l’anima Legno e l’anima Arredo, ma entrambe sono interessate sia al mercato nazionale sia al mercato internazionale. Vi do la mia visione su un punto di debolezza della Federazione, su questo confine che separa le due anime: va ricucito e superato. Ho davanti a me l’immagine dell’albero a camme: ogni camma ha un asse orientato in modo differente ma tutte permettono all’albero di svolgere la sua funzione. Attenzione! In questa metafora l’albero non è la Federazione, ma la redditività e la crescita delle singole Imprese.
Andiamo nel concreto: sappiamo bene che il mondo del Legno è più interessato al mercato nazionale, mentre l’Arredo a quello internazionale. In realtà ogni associazione ha bisogno delle altre o come fornitrici o come clienti. E questo vale per le singole imprese che ogni associazione contiene. Per esempio, realizzo un centro polifunzionale in un Paese estero? Non mi avvarrò forse di colleghi che producono porte, finestre, parquet, illuminotecnica, camere, uffici, mobili? E a loro volta, i colleghi non si serviranno di imprese di imballaggio per esportarli? E terminato il progetto, non avrò forse bisogno dei colleghi degli allestimenti per raccontare questo progetto ad una fiera internazionale? Ma per tutto ciò, da chi avrò comprato il legno se non dai colleghi del comparto segherie, pannelli e semilavorati?
Eliminare il confine. Spero che abbiate compreso che siamo un sistema, ma dobbiamo iniziare la giornata con questa consapevolezza. I muri dell’azienda non ci sono, là all’orizzonte in qualsiasi direzione guardiamo c’è sempre il sito industriale di un collega. Se come azienda dell’area Legno cresco sul mercato internazionale, dò opportunità a più colleghi del settore Arredo, e viceversa. Intese di questo tipo possono avvenire spontaneamente, ma se da domani avvengono perché dietro c’è un insieme di associazioni che ragionano come sistema, attuano una regia e si sostengono a vicenda, non ci fermerà più nessuno. Riflettete: già oggi, se prosperate è perché fate parte di un sistema, di un tessuto industriale organico: guardate che i nostri clienti ci percepiscono così! Chiedetelo ad un’azienda straniera! Ci vedono come sistema di imprese. E rafforzare questo dato di realtà non può che avvantaggiarci.
Modifiche alla struttura. Vedo una FederlegnoArredo in cui il presidente rappresenta gli imprenditori e che ha l’obbligo di rimettere al centro l’associato fornendogli servizi adeguati alle sue necessità. Sotto la presidenza di FederlegnoArredo operi Federlegno Arredo Eventi Spa che coordina e controlla tre unità operative: quella più importante sarà dedicata al Salone del Mobile e sarà guidata da un imprenditore del settore Arredo; la seconda unità operativa si occuperà di Made Expo, e sarà guidata da un imprenditore del settore Legno; infine l’area Eventi ci consentirà di realizzare l’obiettivo di dare servizi alle associazioni, organizzare missioni, fare formazione, gestire fondi per le Imprese, creare libri, seminari e convegni, aiutare le aziende a comunicare le loro novità. Ogni unità operativa avrà un imprenditore delegato e un suo direttore dedicato.
Ognuna di queste sei persone dovrà dimostrare meriti, abilità e competenze specifiche per le responsabilità che copre. Le competenze saranno superiori alle appartenenze, altrimenti è impossibile creare gli strumenti. Basta con i criteri soggettivi nello scegliere le persone: si dovranno stabilire criteri chiari e condivisi per l’assegnazione delle nomine per gli incarichi delle società collegate e per i consiglieri delegati incaricati a gestire le unità operative.
Deleghe ai competenti. Attraverso le deleghe organizzeremo l’attività associativa: le aree-obiettivo che vorrei creare saranno internazionalizzazione, lavoro e relazioni industriali, Europa, energia, foreste e materie prime, giovani, economia circolare, finanza e fisco (che vorrei gestire personalmente) e innovazione-progetti.
Dare sostanza alle idee. Sui progetti proposti da imprese e associazioni, toglierò l’alibi della mancanza di fondi: intendo creare un’apposita commissione formata da cinque membri a maggioranza del settore Arredo: le singole Associazioni presenteranno a loro i progetti che saranno valutati e, se il caso, sostenuti finanziariamente.
Il nostro futuro. Non è nell’internazionalizzazione e nell’export, è negli imprenditori. Sempre secondo il criterio delle competenze e delle abilità, credo che dovrebbero essere più presenti nei consigli di amministrazione. Inoltre, sono quotidianamente a contatto con le nuove tecnologie e devono essere cooptati sempre quando si affrontano temi e progetti relativi alla formazione, all’occupazione, alla Ricerca & Sviluppo, ai servizi di supporto alle aziende sull’area della comunicazione. Il Gruppo Giovani è la nostra realtà associativa sulla quale è vitale investire.
Concludo con un invito. Chi vorrà partecipare al progetto di creare e gestire una FederlegnoArredo diversa sappia che gli oneri saranno superiori agli onori. Chiedo a presidenti e delegati chiarezza e responsabilità: dovranno rendere conto al governo della Federazione e ad ogni singolo associato di come useranno le risorse di tutti e con quale beneficio condiviso.